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6 aprile 2017

L’Aquila, otto anni dopo il terremoto ancora a scuola nei moduli provvisori (di Alex Corlazzoli)

Silvia Frezza, maestra e referente del comitato per il superamento dei "moduli ad uso scolastico provvisorio": "Ci sono problemi al riscaldamento e al sistema fognario. E gli infissi cadono a pezzi". Cialente: "Soldi stanziati, ma il governo non ce li dà. E per colpa delle lungaggini burocratiche non è partita alcuna opera pubblica”





Sono passati otto anni dal 6 aprile 2009 ma all’Aquila 6mila bambini vanno ancora a scuola in scatole di latta. Sono i Musp, i moduli ad uso scolastico provvisorio. Dovevano essere strutture temporanee a disposizione all’indomani del terremoto, ma l’emergenza si è trasformata in regola che dura da oltre 2.900 giorni. Non esiste una sola scuola che sia stata ricostruita dov’era prima del sisma. Basta fare un giro nel centro storico della città per vedere con i propri occhi i lucchetti ai cancelli della media statale “Carducci” o al centro professionale “Don Bosco”. Cittadinanzattiva, grazie a un reportage fotografico realizzato a inizio 2016 con il fotografo Rocco Rorandelli, ha deciso di mostrarle una ad una.
L’istituto alberghiero “Da Vinci” ha un’ala che resta inutilizzabile, solo la parte non danneggiata continua ad ospitare studenti, ma dal 2010 la palestra in fase di realizzazione è sotto sequestro. Alla primaria “Francesco Rossi” a Paganica, una parte della popolazione studentesca è rientrata mentre un’altra sta ancora nei moduli provvisori. Il liceo classico a palazzo Quinzi non esiste più: là dentro è tutto distrutto. Le uniche scuole pubbliche che sono tornate a vivere, in un luogo diverso da dov’erano, realizzate ex novo, sono la “Roio”, costruita grazie ai fondi della Caritas e la scuola dell’infanzia a Case di Bazzano donata dalla Fiat. La “Mariele Ventre” nel quartiere periferico di Pettino e la scuola di Arischia, frazione dell’Aquila, sono state demolite e ora saranno ricostruite.
“Siamo ancora all’anno zero. Nei Musp ci sono scuole dell’infanzia, primarie, medie ma anche secondarie di secondo grado: c’è il liceo musicale, l’alberghiero. Questa dislocazione dei Musp in periferia – spiega Silvia Frezza, maestra che insegna in una di queste scatole di latta alla “Rodari”, nella frazione Sassa – costringe i genitori a fare ogni giorno un grande raccordo anulare per raggiungere le scuole”. Ma questo non è l’unico problema. “Abbiamo problemi di riscaldamento, al sistema fognario, gli infissi cadono a pezzi. C’è un bisogno di manutenzione continua e quindi un dispendio di soldi per strutture provvisorie. Ma per quanti anni dovremo restare in questi container?”, domanda la maestra rivolta alle istituzioni.
Silvia Frezza, oltre che docente, è anche referente del Comitato “Oltre il Musp”. “Tutti hanno promesso: il sindaco Massimo Cialente ma anche tutti gli altri enti. L’ultima vicenda riguarda il Masterplan della nostra futura scuola. C’è stato un percorso partecipato fatto con l’architetto Mario Cucinella. A marzo 2016 abbiamo depositato il Masterplan in Comune ma non si è mosso niente. Il cronoprogramma prevede 178 settimane. E’ passato un anno ma non abbiamo visto ancora nemmeno gli espropri dei terreni. Eppure i soldi, secondo il Comune ci sono: sarebbero 44 milioni. Perché non iniziano ad usarli?”.
Il primo cittadino Cialente prova a spiegare: “Oggi non è una bella giornata. Torna tutto a galla, non solo quella notte ma anche questi otto anni. E’ vero, non è stata rifatta una scuola ma la vicenda va spiegata. Il governo Berlusconi nel 2010 emanò un provvedimento con il quale destinò 258 milioni di euro alla ricostruzione delle scuole del cratere e alla messa in sicurezza delle scuole d’Abruzzo. L’allora presidente della Regione Gianni Chiodi – che era anche commissario delegato per la ricostruzione – distribuì quei soldi agli istituti della regione ma non al cratere. Una scelta per mettere in sicurezza le scuole d’Abruzzo. A noi all’Aquila non arrivò nulla”.
Tre anni dopo, nel 2013, arrivano 44 milioni: “Sono di competenza per il nostro Comune ma si tratta di soldi che non sono ancora in cassa. Oggi ne abbiamo sedici, gli altri sono ancora nelle mani del governo. Io sto chiedendo i soldi per fare i progetti. In questo momento avrei potuto rifare alcune scuole ma sono rimasto bloccato dalle lungaggini burocratiche”, spiega il primo cittadino. Ma questo non è l’unico tema: “Abbiamo dovuto rifare ripetutamente le gare d’appalto. Lo scorso anno è uscito un nuovo decreto, entrato in vigore il 19 aprile. Ho dovuto ritirare i bandi e rifarli sulla scorta di questo nuovo provvedimento. Abbiamo ricominciato per la quarta volta l’iter per rifare il bando. Questa situazione non riguarda solo le scuole. All’Aquila non è partita alcuna opera pubblica”.
La situazione è andata meglio altrove. Secondo i dati dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere per quanto riguarda il piano scuole il 40,9% degli interventi previsti è in fase di esecuzione. Resta un 38,7% di edifici ancora in progettazione. Proprio ieri Cittadinanzattiva, in occasione del premio “Vito Scafidi”, ha denunciato, alla presenza della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che su oltre 19mila scuole situate in zona a rischio sismico, di 14.270 non si sa se siano adeguate sismicamente. “Inoltre, dei 187 milioni di euro raccolti con l’otto per mille del 2016 a gestione statale di cui, approssimativamente, 37,4 per l’edilizia scolastica, non sappiamo – ha spiegato Adriana Bizzarri – quale utilizzo sia stato fatto. La legge 107/2015 ha nei fatti vanificato l’opzione di destinarli all’adeguamento sismico e all’efficientamento energetico, modificandone la procedura e affidando tale erogazione ad apposito decreto ministeriale del Miur”.
di Alex Corlazzoli, il fatto quotidiano, 6 aprile 2017 
 
- il nostro post del 2015: [clicca qui]

27 marzo 2017

Scuola, la Camera dei Deputati ordina indagine antisismica su strutture a rischio terremoto (di Alex Corlazzoli)

A deciderlo è la commissione Ambiente di Montecitorio presieduta da Ermete Realacci che ha accolto due emendamenti al decreto Terremoto proposti dall’onorevole Gianluca Vacca del Movimento 5 Stelle. L'atto parlamentare propone di estendere l’intervento agli edifici nelle zone 1 e 2 ovvero in Abruzzo, Campania, Calabria, Friuli e tutto il dorso appenninico


Entro un anno tutte le scuole italiane nelle zone a maggior rischio terremoto dovranno fare un’indagine sulla vulnerabilità sismica. Di fronte alle aule crollate a causa dei terremoti in quest’ultimi anni, il Governo corre ai ripari stanziando 100 milioni di euro per avere dei dati precisi. L’obiettivo è programmare interventi sulla base di una priorità dettata dalla fotografia che emergerà da questa indagine.
A deciderlo è la commissione Ambiente della Camera presieduta da Ermete Realacci che ha accolto due emendamenti al Decreto Terremoto proposti dall’onorevole Gianluca Vacca del Movimento 5 Stelle. L’atto parlamentare propone di estendere l’intervento non solo alle scuole situate all’interno del “cratere” ma a tutte quelle che sono nelle zone 1 e 2 ovvero in Abruzzo, Campania, Calabria, Friuli e tutto il dorso appenninico.  Numeri ufficiali non sono stati ancora forniti ma secondo Realacci stiamo parlando della maggior parte degli istituti: “Non abbiamo un dato preciso su quante dovranno fare le indagini ma oltre il 50% delle scuole è stato costruito prima che venissero emanate norme antisismiche”.
A detta dell’onorevole Vacca solo in Abruzzo il 75% delle scuole non è a norma. Dall’altro canto i numeri a disposizione presi dall’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica ci dicono che la verifica sismica è stata eseguita solo nel 9% degli edifici che si trovano nella zona a rischio. “Queste indagini  – dice Realacci – vanno fatte bene, non dev’essere una pratica burocratica. Nella legge di Stabilità ho tentato di far attivare il credito d’imposta anche per questo fine ma non sono riuscito. Abbiamo stanziato 100 milioni per questo obiettivo. Servono tempi rapidi ecco perché abbiamo stabilito come termine giugno 2018”.
Soddisfatto anche il Movimento 5 Stelle che sottolinea l’importanza di queste indagini. “Non esiste una classificazione univoca che stabilisca se una scuola è o meno a norma secondo i parametri antisismici – dice Vacca – Ho parlato con dei sindaci che mi hanno riferito di avere delle scuole con un indice di vulnerabilità dello 0,2 ma non sono in grado di chiudere le strutture. Ci sono scuole in Abruzzo con un indice che arriva a 0,15. Manca il criterio che stabilisca la soglia entro la quale una scuola non è agibile dal punto di vista antisismico. C’è la legge per l’adeguamento antisismico che stabilisce la conformità o meno di un edificio ma non riguarda l’indice di vulnerabilità che fa una diagnosi dello stato di costruzione in maniera più accurata. C’è bisogno di un intervento: noi abbiamo presentato una proposta che fissa a 0,65 la soglia minima sotto la quale un edificio non è agibile”.
Una proposta nata soprattutto su richiesta di molti primi cittadini che oggi si trovano di fronte alla scelta di chiudere una scuola per poi magari avere le lamentele delle famiglie costrette a trasferire altrove i loro figli. Intanto entro giugno del prossimo anno saranno completate le indagini antisismiche. I dati che emergeranno saranno un elemento utile anche per l’unità di missione di palazzo Chigi che lavora sull’edilizia scolastica.
 
di Alex Corlazzoli, il fatto quotidiano, 27 marzo 2017

25 agosto 2016

Scappa, curri, và a la scola: la scuola di Amatrice crolla quattro anni dopo l’adeguamento della vulnerabilità sismica

L'Istituto Omnicomprensivo "Romolo Capranica" è diventato uno dei simboli del disastroso terremoto che ha distrutto il comune di Amatrice.
Una parte dell'edificio, che ospita gli alunni dell’Infanzia, della Primaria e della Secondaria di I grado, si è sgretolata con la prima scossa. Poche ore dopo un ulteriore crollo causato da un'altra scossa. Per un caso la scuola era vuota poiché il sisma si è scatenato in una notte d'estate.
Eppure l'edificio, che risaliva al 1936, era stato ristrutturato recentemente, l'inaugurazione il 13 settembre 2012, tre anni dopo il terremoto dell'Aquila. I lavori avevano proprio riguardato l'adeguamento della "vulnerabilità sismica" ed erano durati "appena tre mesi".
Riportiamo di seguito un documento di carattere elettorale predisposto nel 2014 dalla lista che sosteneva l'attuale sindaco (Sergio Pirozzi) con il quale ripercorreva gli interventi della sua precedente amministrazione. La pagina 17 è interamente dedicata alla ristrutturazione del plesso scolastico [clicca qui per estratto delle pagine 1 e 17].

"A seguito del noto terremoto del 2009 [L'Aquila, ndr], il Comune ha commissionato uno studio per la valutazione della sicurezza sismica del proprio patrimonio immobiliare. Dalle analisi effettuate è risultato necessario intervenire con urgenza sul plesso scolastico comunale, attraverso opere di adeguamento strutturale e messa in sicurezza dell’edificio. Dopo appena tre mesi dall’inizio dei lavori, a tempo quindi di record, la scuola è stata inaugurata, permettendo così agli alunni di materne, elementari e medie di poter tornare regolarmente sui banchi a Settembre 2012. I lavori hanno riguardato l’adeguamento della vulnerabilità sismica con la fasciatura di tutti i pilastri con fibre di carbonio, il rinforzo tradizionale dei pilastri centrali, la messa in sicurezza delle tamponature esterne e delle tramezzature interne, la realizzazione dell’impianto di riscaldamento a pavimento, la sostituzione di tutti gli infissi, il rifacimento dei pavimenti e intonaci, l’ammodernamento dei bagni e la completa tinteggiatura interna ed esterna. Ora gli alunni usufruiscono di aule moderne ed efficienti, ma anche più colorate e idonee grazie anche all’acquisto di arredi,tecnologie e all’attivazione di una rete wi-fi. È stato rinnovato anche l’esterno con disegni, aforismi e la decorazione in sassi del muro che cinge la scuola. I lavori di ristrutturazione, per un importo complessivo di 511.297,68 €, sono stati finanziati dalla Regione Lazio, con un cofinanziamento da parte del Comune di 106.000 € che si è sommato al contributo da 200.000 € erogato dalla Provincia di Rieti, tramite la Regione Lazio, dopo il terremoto del 2009. In precedenza la scuola era stata anche oggetto di importanti interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche. È notizia di questi giorni [2014, ndr] la concessione di un finanziamento di 220.000 € da parte del competente Ministero, per la riqualificazione della palestra scolastica. È stato anche attivato il servizio di mensa scolastica per bambini della scuola primaria, al cui costo compartecipa il Comune di Amatrice, e sono stati organizzati i Centri Estivi per bambini, che prevedono la possibilità di svolgere delle attività volte alla riscoperta dei luoghi, dei mestieri e delle tradizioni locali [...]". 

I 27 bambini e la maestra di San Giuliano di Puglia nel 2002, gli 8 ragazzi e ragazze della Casa dello Studente e i 3 del Convitto Nazionale dell'Aquila nel 2009, sono dunque morti invano? 
Visto che siamo in argomento, riproponiamo un nostro post del 2015 che racconta la situazione delle scuola a L'Aquila, sei anni dopo il terremoto [clicca qui]. 
Sul muretto di ingresso della scuola di Amatrice, rimasto intatto, la scritta "Scappa, curri, và a la scola".

17 settembre 2015

L'Aquila, dopo oltre sei anni dal sisma a scuola ancora nei container ...

Lunedi 14 settembre 2015 la campanella del primo giorno di scuola è suonata anche all’Aquila. Nella città abruzzese, a sei anni dal terremoto, circa 6 mila studenti di 25 istituti scolastici sono ancora nei MUSP, i Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio. I MUSP sono dei container utilizzati in sostituzione degli edifici scolastici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009. I 33 moduli, realizzati in città e in alcuni comuni della provincia per garantire il normale proseguimento delle attività didattiche, in attesa della ricostruzione delle scuole danneggiate o distrutte dal sisma, da provvisori sembrano diventati permanenti. E dopo sei anni, mostrano ormai i segni del tempo: avvallamenti dovuti al peso della neve, aerazione non adeguata, problemi al sistema fognario, … . E per la manutenzione il Comune sta spendendo migliaia di euro.
Sembra incredibile, ma ad oggi nessun istituto scolastico è stato ricostruito all’Aquila. Se teniamo conto dei sei anni già trascorsi e del fatto che per costruire ex novo un edificio scolastico ci vogliano mediamente 3/4 anni, se ne conclude che un’intera generazione di studenti aquilani avrà concluso il percorso dell’obbligo scolastico senza aver mai frequentato una “vera” scuola, un edificio scolastico con strutture adeguate.
La ricostruzione degli edifici scolastici a l’Aquila è ancora ad una fase iniziale. I fondi sono già disponibili. "Sono arrivati solo a metà 2013 e quindi fino ad allora, per legge, non potevamo fare nessun progetto", ha dichiarato il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente interpellato dall'ANSA - A breve dovrebbero cominciare i lavori in due scuole, per le altre spero entro fine anno e l'inizio del prossimo. Purtroppo la ricostruzione pubblica è quella più indietro, e non solo qui, siamo in ginocchio per lungaggini burocratiche e troppi ricorsi al Tar".
A tutti gli studenti abruzzesi auguriamo di poter al più presto percorrere e completare il loro percorso di studi in una vera scuola, all’insegna della qualità dei contenuti e della sicurezza degli edifici.

11 febbraio 2012

Cosa fare in caso di terremoto: la circolare dell'ufficio scolastico regionale lombardo

Il Servizio Prevenzione e Protezione dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia  ha diramato la circolare Prot. n. MIURAOOUSPMI R.U. 1360 del 31/01/2012 "NORME DI COMPORTAMENTO DURANTE UN TERREMOTO" che è stata letta ai bambini in qualche classe delle nostre scuole: [LEGGI]

Sempre sul tema segnaliamo VADEMECUM SCUOLE - NORME COMPORTAMENTALI IN CASO DI TERREMOTO a cura della Protezione Civile della Provincia di  Potenza: [LEGGI]

27 gennaio 2012

Terremoto a Milano: alcune scuole evacuano, altre no

Dalla Rassegna stampa sul terremoto a Milano apprendiamo che alcune scuole hanno deciso di evacuare dopo la prima scossa, mentre altre non lo hanno fatto.
La decisione è stata presa dai Dirigenti scolastici, in alcuni casi consultando i Vigili del Fuoco.
Ma le Scuole dovrebbero possedere un Piano di emergenza che dice cosa fare in questi casi, possibile che Istituti scolastici ubicati nella stessa città abbiano piani di emergenza diversi?
Tali piani sono stati disattesi o applicati arbitrariamente?
In ogni caso, anche in assenza di un reale pericolo per gli alunni, perchè i Dirigenti non hanno approfittato dell'occasione per fare "scuola di sicurezza" insegnando agli alunni, simulandola, una evacuazione di emergenza?
Sono due all'anno le prove di evacuazione obbligatorie nelle scuole italiane, molti istituti sono completamente inadempienti da questo punto di vista, quando va bene viene simulata una sola evacuazione a fine anno scolastico.
Gli alunni di oggi sono i cittadini di domani per questo è importante insegnare loro la sicurezza con l'esempio, ma anche con l'esercizio, al fine di indurre comportamenti istintivi come allacciare una cintura di sicurezza, inforcare un casco o, in casi di emergenza, abbandonare ordinatamente un edificio senza farsi prendere dal panico.
Ridiamo e riflettiamo coi Simpson [CLICCA QUI].

26 gennaio 2012

Terremoto a Milano: Rassegna stampa

da La Repubblica - Milano 
La scossa è durata una decina di secondi, divisa in due momenti che sono stati distintamente avvertiti.
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Diversi istituti scolastici, di diverso ordine e grado, hanno autonomamente deciso di far uscire i bambini e i ragazzi a scopo precauzionale, per poi farli rientrare. In una dozzina di casi la polizia locale ha inviato pattuglie per aiutare gli insegnanti nelle operazioni di evacuazione e di rientro.
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Una delle tre scuole del Comune di Milano su cui vigili del fuoco e tecnici hanno effettuato approfondimenti in seguito alla scossa è risultata inagibile. Dopo le verifiche, le scuole di via Sant'Orsola (296 alunni) e via Ariberto (nido 66 bambini, materna 65, elementare 441) sono state dichiarate agibili e riapriranno domani, mentre per l'edificio di via Ugo Pisa (elementare 343 alunni, media 156) i tecnici comunali hanno confermato l'inagibilità stabilita dai vigili del fuoco: la scuola rimarrà perciò chiusa giovedì e venerdì.
...
In un istituto tecnico in via Bistolfi a Milano una ragazza di 15 anni è stata colta da una crisi isterica di panico ed è stata poi portata all'ospedale Macedonio Melloni.
In una scuola di San Giuliano Milanese, invece, una donna di 55 anni che stava correndo fuori dall'edificio è inciampata ed è stata medicata all'ospedale di San Donato.
Nella scuola dell’infanzia di via Affori 21 è stata dichiarata inagibile un’aula, mentre nella primaria di piazza Sicilia sono inagibili un’aula e un ascensore.
Una «forte» scossa come la definiscono i vigili del fuoco che alle 9.07 sono stati bersagliati dalle telefonate di richiesta di intervento. In un quarto d'ora al 115 sono arrivate 135 telefonate, lievitate a circa 300 nell'arco di un'ora. E la maggior parte da parte delle scuole.
I dirigenti scolastici, coscienti di avere sulla testa strutture non troppo resistenti e sulle spalle la responsabilità di migliaia di bambini, hanno chiesto in diversi casi l'occhio esperto dei pompieri.
...
Le mamme che abitano nei pressi degli istituti dopo aver visto dondolare lampadari, sbattere le porte e ballare la terra sotto i piedi si sono allungate fino alle scuole per verificare che fosse tutto a posto, chiedendosi cosa devono le scuole in un caso del genere. Già, perchè di cellulare in cellulare rimbalzavano le decisioni delle varie scuole. Là sono tutti sul marciapiede, in quell'altra li mandano a casa, qui restano tutti in classe. Ogni scuola ha deciso in autonomia il da farsi. Molte classi sono state fatte evacuare. Altre no.
L'assessorato all'Educazione e Istruzione comunica che la situazione degli istituti cittadini e è "sotto controllo". La vicesindaco e assessore all'Educazione Maria Grazia Guida si è messa subito in contatto con il direttore dell'Ufficio scolastico territoriale Giuseppe Petralia, con il quale sta coordinando il monitoraggio delle operazioni. Tutti gli uffici tecnici dell'Edilizia scolastica e del settore Educazione del Comune di Milano sono stati attivati. I dirigenti scolastici sono stati allertati, con l'indicazione di seguire le procedure che prevedono, come primo punto, la messa in sicurezza dei bambini. Per questo alcuni istituti sono stati evacuati temporaneamente e a scopo precauzionale. Tutte le scuole, oltre 400 istituti, sono oggetto di sopralluogo da parte dei tecnici comunali e dei Vigili del Fuoco, in stretta collaborazione con l'assessorato ai Lavori pubblici e la Protezione civile.

26 novembre 2011

A scuola con la paura della scossa

Il 25 novembre, in occasione della IX Giornata nazionale della sicurezza scolastica, che si svolge nelle scuole italiane, Cittadinanza Attiva ha presentato la terza indagine su "Conoscenza e percezione del rischio sismico". Lo studio è stato realizzato attraverso poco meno di 4.000 questionari distribuiti in 18 Regioni.
Dal rapporto emerge che almeno uno studente su quattro ritiene che la sua scuola potrebbe non garantire la sicurezza in caso di terremoto.
Il timore di un crollo nasce non solo dalla memoria degli ultimi terremoti, a cominciare da quello abruzzese del 2009, ma anche dalla scarsa fiducia che gli studenti hanno della sicurezza della scuola che frequentano: solo il 29% di quelli più grandi e il 41% dei piccoli non hanno alcun dubbio a proposito.
Il comunicato di Cittadinanza Attiva [leggi] e il Rapporto sul rischio sismico: [leggi].
Segnaliamo sull'argomento due documenti di Cittadinanza Attiva:
- Sicurezza a scuola: cosa c'è da sapere [leggi]
- Che cosa possono fare i genitori [leggi]