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9 marzo 2016

Scuole galleggianti contro le inondazioni: la Makoko Floating School

Non solo palafitte a Lagos, in Nigeria, dove la Nlé Architects, fondata nel 2010 con la missione di modellare le architetture fisiche, umane, culturali ed economiche delle città in via di sviluppo, con la sponsorizzazione del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) e Heinrich Böll Foundation dalla Germania, ha progettato le scuola galleggianti Makoko Floating School, prima fase delle tre che porteranno alla nascita di una comunità galleggiante contro il pericolo delle inondazioni. L’idea è di un architetto locale, Kunle Adeyemi, che ha riadattato l’idea della palafitta, tipica costruzione della città di Lagos, per costruire una scuola in grado di accogliere i 100 bambini del quartiere di Makoko. 
La realizzazione del progetto delle scuole galleggianti è iniziata nell’ottobre 2012 e si è conclusa a marzo 2013, costituendo una speranza per la comunità di Makoko che, sorgendo nella laguna di Lagos, in riva all’Oceano, vive in costante pericolo di inondazioni per i cambiamenti climatici e il conseguente innalzamento del livello delle acque.
“La costruzione – spiega l’architetto – si può adattare a qualsiasi impiego, anche come casa oppure ospedale, secondo una visione di sviluppo sostenibile adatta alle comunità costiere africane”.
Con poco più di 6.000 dollari, il legno locale, tanta ambizione e 256 barili di plastica, per consentire al fabbricato di galleggiare sul Golfo di Guinea, Adeyemi offre una possibile soluzione al problema dello sfratto selvaggio degli abitanti delle baraccopoli che ha investito Lagos e la Nigeria già da parecchi anni, secondo un’indagine condotta da Amnesty International. 
Il progetto della comunità galleggiante
La Makoko Floating School è solo la prima fase di un progetto più ampio, che insieme alle scuole galleggianti prevede la costruzione di case singole che seguono la sua stessa linea formale, in grado di collegarsi l’una all’altra o di galleggiare autonomamente. L’obiettivo finale è consentire lo sviluppo di una vasta comunità galleggiante, con accesso alle dotazioni sanitarie, all’acqua pulita e a strutture per lo smaltimento dei rifiuti.
Guardando Makoko dall’alto, si può immaginare la visione di Nlè, che porterà un nuovo livello di case che galleggia appena al di là della scuola. 
La scuola 
La “Floating School” di Makoko è un edificio sostenibile al cento per cento, dai materiali scelti all’attenzione per l’uso di fonti rinnovabili. La composizione generale del progetto è una sezione triangolare “A–Frame”, con le aule situate al secondo livello e un’ulteriore aula a cielo aperto sotto il tetto.
Il legno è il materiale principale sia della struttura che delle schermature con persiane orientabili, che garantiscono ai bambini il giusto comfort, mantenendo le aule ombreggiate e fresche. Riparati dal sole e dalle intemperie, mentre godono anche di aree verdi e di un piccolo parco giochi, gli studenti diventano portavoce di un messaggio di architettura sostenibile per l’ambiente e per la comunità. 
Il sistema di galleggiamento e l’attenzione alla sostenibilità ambientale 
Se la scuola riesce a galleggiare è grazie a una serie di barili blu vuoti che, intrecciati fra loro, formano una piattaforma in grado di adattarsi alla superficie dell’acqua. Ventilata naturalmente, la grande struttura triangolare in legno è dotata di celle fotovoltaiche sul tetto per catturare l’energia solare, mentre l’acqua delle toilette proviene da un sistema di captazione delle acque piovane.
Un progetto come questo è un segnale forte per le comunità come Makoko, che negli ultimi anni hanno cercato di arginare le difficoltà legate alle inondazioni con interventi di recupero e bonifica dell’acqua dai fondali oceanici mediante delle pompe da terra.
Data la frequenza di tempeste e alte maree, l’idea di Adeyemi potrebbe spingere ad utilizzare l’acqua a proprio vantaggio per lo sviluppo del paese, visto che a combatterla si rischia di uscirne comunque sempre sconfitti.
Inoltre, la comunità di pescatori potrebbe avere un nuovo futuro, risolvendo il problema di palafitte abbattute e abitanti sfrattati con scarso preavviso per la riqualificazione del lungomare di Lagos, che il governo vuole rendere da anni più attraente per gli affari nigeriani, i turisti e gli investitori stranieri.

Fonte: https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/nel-mondo/scuole-galleggianti-inondazioni-makoko-floating-school-366/

L'architetto Kunle Adeyemi presenta il suo progetto [video]

Rassegna stampa
- The Guardian: http://www.theguardian.com/cities/2015/jun/02/makoko-floating-school-lagos-waterworld-history-cities-50-buildings

21 settembre 2014

Nella "buttanissima" Sicilia una classe di 42 alunni di cui 4 disabili

Pochi giorni fa, il 19 settembre, la Preside del liceo delle Scienze Umane Alessandro Manzoni di Caltanissetta, Giuseppina Mannino Pirrello, denuncia con una lettera aperta al giornale on-line "Il Fatto Nisseno.it" la costituzione di una classe di 42 alunni, di cui 4 disabili. E' notizia di oggi (21 settembre) che il Ministero ha dato il via libera allo sdoppiamento della classe. Un caso isolato? Secondo Andrea Manerchia della Rete degli studenti medi Sicilia "a Caltanissetta, al liceo scientifico, c'è una classe con 40 alunni; all'ITI Mottura analogamente ne esiste una con 41. A Palermo vi sono classi con 35, 36, 39 alunni, che per condurre la lezione sono spesso costretti a soluzioni di fortuna, come quella di trasferirsi temporaneamente in capannoni, garage o stabili trascurati e lontani dalla sede centrale, situazioni tipiche delle province più disagiate". La Buona Scuola.

La lettera aperta della Preside
 << La buona scuola. Si chiama così la riforma che Renzi e la ministra Giannini, elegante, dotta  signora, hanno di recente sbandierato in televisione. La buona scuola è quella che hanno frequentato loro e quella dei loro figli, in classi costituite tutte da italiani, senza disabili, con un numero massimo di 25 alunni, con insegnanti preparati e stabili per tutto il percorso scolastico… Se io vi raccontassi che esiste una scuola, ove per legge, per le direttive fissate dal nostro ministero, si formerà una classe con soli 42 alunni, di cui 4 disabili, e che questi alunni saranno costretti per legge a fare lezione in aula magna, perché nessuna classe mai potrà contenere tutte queste persone per ragioni di sicurezza? Ecco la scuola in questione c’è, esiste, si trova in Italia, ed è un liceo delle Scienze Umane. Dove? Nella “buttanissima” Sicilia, nella povera provincia di Caltanissetta. Il dirigente scolastico della scuola in questione ha fatto tutto ciò che era in suo potere per chiedere lo sdoppiamento della classe che, ad oggi, le è stato rifiutato dagli organi competenti, i quali hanno, giustamente da parte loro, sbandierato il famigerato budget a disposizione, che per questioni di legge, non può e non deve sforare. Certo signori miei, perché non ci vuole un genio per capire che una classe in meno significa personale docente in meno ... Ma i figlioli del democraticissimo Renzi dove vanno a scuola? E quelli della dottissima e pacatissima Giannini hanno frequentato una classe con altri 41 compagnetti? Non so perché, sarà il famoso sesto senso femminile, sarà che ho un fiuto particolare, ma credo di sapere la risposta. Certo è uno scandalo che ci siano precari della scuola da 40 anni, ovvio … Ma cosa è se non uno scandalo che in Italia, nel 2014 ci sia una legge che obblighi un dirigente scolastico a ficcare dentro una stanza 42 persone e pretendere che un insegnante riesca a svolgere il proprio dovere in queste condizioni! Ma questi Signorotti di turno lo sanno cosa succede nel Paese che loro credono di governare ma che invece, in ogni angolo, va a rotoli? Ma i Signorotti sono talmente buoni e democratici da avere aperto una consultazione on line per la riforma sulla scuola. Ma Loro, i Signorotti, lo sanno che ci sono presidi, dirigenti scolastici, che ogni santo giorno si scontrano con queste leggi che loro, i Signorotti, hanno fatto per potere garantire il diritto allo studio ai ragazzi di questa povera Italia? E’ il lavoro sul territorio dei dirigenti scolastici, loro sì rappresentanti  e difensori dell’istituzione scuola, che garantisce ancora un briciolo di dignità a questo Paese. Signori miei, Renzi, Giannini e tutti i perbenisti e benpensanti, provateci voi a entrare in una classe con 42 ragazzi di 16 anni di cui si deve riuscire a captare l’attenzione per poi fare una lezione, signori miei provateci voi a 16 anni a stare in classe con 42 persone , signori miei provateci voi a mandare i vostri figli in queste condizioni vergognose a scuola….la buona scuola? C’è solo da gridare vergogna! >>
Il Dirigente scolastico
Prof.ssa Giuseppina Mannino Pirrello

18 aprile 2014

L’asilo ecosostenibile a Guastalla

E’ stato presentato nei giorni scorsi e sorgerà a Guastalla in provincia di Reggio Emilia […] per sostituire i due asili danneggiati dal sisma del 2012.
Una scuola dell’infanzia del valore complessivo di due milioni e mezzo di euro (e dal costo di soli 1650 euro al metro quadrato) che vanta un progettista d’eccezione, Mario Cucinella e totalmente ecosostenibile: verrà infatti realizzato in legno e vetro con materiali naturali certificati o provenienti da percorsi di riciclo esclusivamente a basso impatto ambientale e privi di sostanze nocive e inquinanti. Ecologica dunque ma anche esteticamente bello grazie alle enormi volte di legno e ai finestroni di vetro dove i 120 piccoli ospiti di età compresa tra 0 e tre anni non solo possano sentirsi protetti e ben accolti ma da cui possano contemplare la natura. «Costa quanto un edificio ‘brutto’, ma sarà bello e permetterà ai bambini di riappropriarsi degli ambienti circostanti e non di stare chiusi tra quattro mura con una finestra», ha dichiarato Cucinella. «A Guastalla è stato possibile progettare un edificio che avevo immaginato come la balena di Pinocchio, utilizzando il legno e ampie superfici vetrate. Se la scuola è il luogo dell’educazione, lo spazio e l’edificio stesso sono una forma di educazione: la scuola non sono solo le mura, gli spazi”. Ma l’asilo sarà dotato anche di un giardino sensoriale studiato per attivare i sensi dei bambini. 
(Wise Society, 16 aprile 2014)

17 aprile 2014

Edilizia scolastica, quanto costa un edificio bello e sostenibile?

In quale momento i genitori italiani hanno cominciato a trovare normale mandare i propri figli in scuole sciatte, senescenti, in bunker prefabbricati con pavimenti in linoleum nero e plafoniere dalla luce livida, con i vetri e i muri imbrattati dai graffiti di vandali velleitari e impuniti? Quando gli architetti hanno iniziato a considerare normale progettare plessi scolastici (nel rispetto delle sole norme tecniche) brutti, banali, volgari e privi di qualsiasi qualità spaziale, ritenendoli degni di chiamarsi scuole (e loro stessi, architetti)? E quando, amministratori, sindaci e governi hanno smesso di riconoscere la bellezza, apprestandosi a mortificare lo sguardo e l’anima dei cittadini più giovani, mandandoli in scuole disperatamente brutte che non hanno eguali in Europa?
È opinione diffusa che la scarsa qualità dell’architettura derivi dall’esiguità dei budget, è falso; la storia dell’architettura documenta come l’economicità sia stato un valore etico perseguito nella migliore architettura, e come lo spreco sia proprio delle opere effimere, ridondanti e spesso volgari. È certo che, bellezza ed etica dell’economicità, hanno smesso da un pezzo di essere valori intrinseci della società italiana – e quindi dell’architettura – per far posto al profitto speculativo e all’estetica del declino.
L’asilo d’infanzia realizzato nel quartiere periferico La Milagrosa della città spagnola di Pamplona, progettato da due giovani e talentuosi architetti, Carlos Pereda Iglesias e Óscar Pérez Silanes, è un esempio rappresentativo di come un’architettura bella possa (debba) essere anche economica. La scuola, frutto di un concorso di progettazione (come del resto la migliore architettura degli ultimi 35 anni in Spagna, competizione democratica e meritocratica di cui si è persa traccia in Italia) lo scorso 26 marzo si è aggiudicata il prestigioso Premio Arquitectura Española 2013. Bellezza ed economicità, che connotano questo edificio, sono anche due categorie critiche attraverso le quali – in Spagna – si identifica la buona architettura e di conseguenza, il talento e le competenze dell’architetto.
La scuola, finanziata dal comune di Pamplona, ha un costo di appena 1.072,68 euro al mq, consta di 5 moduli educativi distribuiti su un grande spazio centrale adibito anche ad area per il gioco al coperto; i due patii funzionali per il gioco all’aperto e i lucernai assicurano all’edificio l’illuminazione e la ventilazione naturale necessaria, mentre il giardino pensile, mantenendo una elevata inerzia termica, migliora il comportamento termico dell’edificio. Gli elementi prefabbricati in cemento caratterizzano costruttivamente e spazialmente l’edificio, riducendo i tempi e i costi di costruzione. L’edificio è anche un brillante esempio di sostenibilità, si è aggiudicato il Premio ENDESA 2012 “a la Construcción no residencial más Sostenible en España” ed è stato concepito per ridurre al massimo il consumo energetico: non impiega energia convenzionale, si autoregola termicamente grazie al suo disegno bioclimatico, all’uso dell’energia solare, alla ventilazione naturale dell’edificio e all’utilizzo della geotermia che assicura il 75% dell’energia necessaria, attraverso 16 pozzi scavati a 100 metri di profondità.
1.072,68 euro al mq ecco quanto può costare una scuola bella e sostenibile, prendano appunti gli amministratori locali (e le archistar strapagate e in caduta libera).
(Eleonora Carrano, il Fatto Quoditiano, 17 aprile 2014)

4 aprile 2014

Scuole di legno, approvati dalla giunta milanese i primi progetti

Sono stati approvati dalla Giunta milanese i primi progetti per la realizzazione in città di 5 scuole in  legno. Milano sarà la prima città italiana a realizzare scuole con le più moderne tecniche della bioedilizia. L’associazione di categoria FederlegnoArredo, con cui il Comune ha siglato un accordo di collaborazione [clicca qui], offrirà un supporto tecnico, a titolo gratuito, nella progettazione delle prime opere di edilizia scolastica in città.
Diversi i vantaggi delle scuole in legno rispetto a quelle tradizionali: più sicure, ecocompatibili, antisismiche, economiche e più rapide da costruire. Secondo uno studio dei tecnici del Comune di Milano, la costruzione di un edificio in legno di 15 classi richiederebbe 8 mesi contro i quasi due anni di una scuola tradizionale. Inoltre il legno è un materiale isolante al punto da garantire, nell’edilizia scolastica, un risparmio sul piano energetico di circa il 40% rispetto alle strutture tradizionali.  Gli edifici saranno a tre piani e saranno provvisti di palestre adeguatamente attrezzate e mense.
I primi progetti di bioedilizia riguarderanno le scuole primarie di via Viscontini 7 (13.500.000 euro) e via Brocchi 5 (17.800.000 euro), la secondaria di via Strozzi 11 (13.500.000 euro) e le scuole dell'infanzia di via Rimini 25 (4 milioni di euro) e via Martinelli 57 (4 milioni di euro) [clicca qui]. Saranno investiti in tutto circa 53 milioni di euro. Qualora arrivassero i fondi per l’edilizia scolastica del governo, la priorità è per le 27 scuole costruite negli anni ‘70-’80 con prefabbricati di durata trentennale che sono arrivati a scadenza.
Le costruzioni in legno negli ultimi anni hanno registrato un grande sviluppo. Questa tecnologia, già ampiamente diffusa ed apprezzata nelle zone alpine, si sta affermando anche nelle regioni con climi più temperati. Inoltre nella ricostruzione post-sisma in Emilia molte nuove costruzioni sono state realizzate in legno [clicca qui], soprattutto per le sue qualità anti-sismiche.

19 gennaio 2014

Il centro dell'infanzia "La terra dei bambini" di Gaza: architettura di pace per l'educazione

Pochi giorni fa la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ha visitato nella striscia di Gaza, nel villagio di Um Al Nasser, il centro dell'infanzia "La Terra dei bambini" realizzato dalla ONG Vento di Terra e finanziato dalla Cooperazione Italiana. La struttura è stata realizzata nel 2012 e ospita un asilo con 130 bambini e un ambulatorio pediatrico. Il Centro rappresenta un modello di eccellenza in termini di metodologia educativa ma anche di architettura bio-climatica. La costruzione è un esempio di ecosostenibilità: è dotata di pannelli fotovoltaici, di un impianto di fitodepurazionee di brise soleil (frangisole) in legno per il controllo dall'irraggiamento solare. 

La scuola è stata costruita in pochi mesi impiegando la tecnica degli earthbag:
le pareti sono state realizzate con sacchi riempiti di terra, una tecnica semplice che ha permesso di coinvolgere la popolazione locale per la costruzione della struttura. Insomma,  un'architettura ecologica, basata su soluzioni low-tech e a basso costo, semplici da comunicare e pronte per essere facilmente replicate in contesti simili.

- La Terra dei Bambini: un centro per l'infanzia per Um Al Nasser - Architettura di pace per l'educazione nella striscia di Gaza [clicca qui
- To grow from the desert [clicca qui]  
- Mario Cucinella e la scuola materna ad energia solare per Gaza [clicca qui]
- Terra dei bambini - un centro per l'infanzia per Um Al Nasser [clicca qui]

29 novembre 2012

Hellerup: la scuola senza banchi

Dal sito dell’Indire - Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa – proponiamo un articolo di Giuseppe Moscato e Leonardo Tosi pubblicato il 30 ottobre 2012 su una scuola di un comune olandese, Hellerup, molto innovativa: l’ambiente scolastico nulla più ha a che fare con il modello tradizionale della scuola, ponendo gli alunni al centro dello spazio. Buona lettura.

Le foto della scuola: [clicca qui].
Il video dal sito dell'Indire: [clicca qui]



La scuola di Hellerup è costruita a un passo dal mare. Dalle finestre si può vedere il porto industriale di Copenaghen. La scuola, costruita nel 2003, nasce come proposta molto innovativa: disegnare un nuovo spazio di apprendimento per gli alunni del comune di Hellerup che dovranno frequentare la Folkeskole (scuola a ciclo unico che accoglie alunni dai 6 ai 16 anni).
La scuola viene progettata con la partecipazione di esperti e degli stessi“utenti” del servizio scolastico: architetti, pedagogisti, rappresentanti delle istituzioni locali, ma anche dirigenti scolastici, docenti e famiglie.
Gli alunni al centro dello spazio
Il nuovo ambiente di apprendimento vede gli alunni al centro dello spazio, liberando la scuola dai retaggi del modello tradizionale della scuola di massa. Nel nuovo spazio non c’è l’aula-classe, intesa come un microcosmo chiuso, fatto di convenzioni e meccanismi consolidati. Così non c’è posto neanche per il banco, inteso come tavolo su cui scrivere e leggere soltanto per confezionare saperi di breve durata, che si disperdono dopo le interrogazioni.
Attraverso una serie reiterata di workshop partecipativi, in cui partecipano tutti gli “attori” coinvolti, il modello prende forma: grandi spazi aperti personalizzabili con arredi flessibili utilizzabili per creare ambienti per il lavoro di gruppo o individualizzato e per la condivisione tra gruppi diversi della stessa “classe”. Già perché la classe (resta, intesa come gruppo di alunni della stessa età) lavora in contaminazione con i gruppi di età contigui e con ampi momenti di verticalità. I docenti specializzati nell’insegnamento delle discipline sono affiancati dalla figura del pedagogista. Si cerca in questo modo di osservare e valutare le fasi dello sviluppo dell’alunno per predisporre un’azione educativa e didattica adeguata.
Un team di docenti disciplinaristi e pedagogisti segue tre classi di età contiguenei primi anni della Folkskole, quando si tratta di seguire in modo più attento e continuo i passi dello sviluppo del bambino. Negli ultimi anni gli alunni avranno acquisito maggiore responsabilità e capacità collaborativa e il modello cambia in funzione dell’autonomia via via raggiunta dall’alunno.