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13 dicembre 2015

Rifare la scuola dalla periferia (da Chiamamilano)

Una cosa non si può dire, dell'attuale amministrazione: che non abbia profuso risorse economiche e impegno nel riassesto di tanta edilizia scolastica milanese, a partire soprattutto dalle realtà più periferiche. Il confronto con il passato è impietoso, se si pensa che l'unica scuola abbattuta e ricostruita nel corso degli ultimi 30 anni è stata la scuola di piazza Axum, di cui abbiamo seguito le vicende negli anni e che è stata inaugurata due anni fa.
Non basta, certo, perché il malessere delle scuole milanesi è ampio e diffuso e deriva da decenni di mancate manutenzioni e da numerose situazioni di edifici nati negli anno 60 e 70 progettati per durare una trentina d'anni e non oltre, ma da qualche parte bisogna pur cominciare e qui si è cominciato senza ombra di dubbio.
Ieri, in occasione di una commissione consiliare a tema, alla quale l'assessore ai Lavori Pubblici Carmela Rozza ha partecipato con l’assessore all’Educazione Francesco Cappelli, si è fatto un riepilogo dell'attuale situazione del patrimonio scolastico della città.
La prima notizia che l'assessore ha tenuto a dare è relativa al cambio dei vertici di Settore, avvenuto in seguito all’inchiesta della Procura, che ai primi di ottobre aveva fatto luce sul giro di tangenti e appalti pilotati dall’ex dirigente Mario Luigi Grillone e dai due impiegati Giuseppe Amoroso e Angelo Russo, in occasione della quale erano stati indagati altri quattro dipendenti dei Lavori pubblici tra cui il direttore dell’edilizia scolastica e quello del settore casa e demanio (poi ricollocati in altri assessorati, in staff, dove non avranno rapporti né con le imprese né col pubblico). L'attuale direttore dell'Edilizia Scolastica è l’ingegnere Aldarese.
Passando alla situazione scuole, quelle prese in considerazione per l'abbattimento sono 13: 6 di queste verranno abbattute e non ricostruite. Le materne di via Ghini, via Betti, via Martinetti e via Martinelli, tutte "in gara" e con un costo totale di 2,5 milioni, e le elementari di via Trilussa e via San Paolino. In Trilussa verrà mantenuta la palestra, mentre i bambini andranno nel nuovo edificio di via Satta (riqualificato nel contesto del progetto europeo di Villa Scheibler), da dove sarà spostato il centro anziani che ne occupa solo una porzione e che occupa l'edificio in maniera impropria.
Per quanto riguarda le materne, si è verificato che non è necessario ricostruirle in quanto le altre strutture della zona possono assorbire al meglio le richieste presenti. Cosa ne sarà delle aree liberate? "Si potrà valutare dopo i rilievi per le eventuali bonifiche" risponde l'assessore Rozza spiegando che "intanto togliamo i 'cadaveri' e rendiamo le aree a verde prato".
Altre 7 scuole saranno invece abbattute e ricostruite: un ampliamento del precedente piano demolizioni che ne prevedeva solo 4 grazie ai fondi statali: "Non usiamo le risorse che arrivano dal governo per ridurre gli investimenti del Comune - ha sottolineato Rozza - ma in aggiunta". Di 87,4 milioni (di cui 30 fondi del Governo) il programma sui sette edifici, ovvero le elementari di via Magreglio, via Viscontini (demolizione in corso), via Brocchi, via Pisa (già demolita), via Puglie e le medie di via Strozzi e via Hermada (in gara, con 46 offerte ammesse alla base di gara e 13 offerte anomale che sono attualmente in fase di analisi: l'assegnazione dell'appalto verrà fatta realisticamente per primavera e da lì inizierà l'iter di abbattimento e successiva ricostruzione).
Tre di queste, Viscontini, Brocchi e Strozzi, saranno ricostruite in legno: l'iter in fase più avanzata è quello per la scuola di via Viscontini, per la quale è a gara il progetto preliminare: "sono già giunte otto offerte" ha spiegato Rozza. "Non vedremo le realizzazioni sotto questa amministrazione ma alla prossima ma andiamo avanti con queste soluzioni innovative".
Per quanto riguarda l'edificio di via Brocchi esiste l'ipotesi di un "modulo di edilizia scolastica provvisoria", una sorta di scuola temporanea in area limitrofa che è attualmente in fase di studio e che potrebbe essere una modalità da utilizzare per il futuro in situazioni analoghe.
Intanto, dopo il caso della scuola di via Gattamelata, arriva anche il piano "anti sfondellamenti", messo in campo dal Comune per prevenire i rischi di distacchi di intonaco dai soffitti degli edifici: a 200mila euro stanziati per un piano di indagini sulle strutture, si potrebbero aggiungere altri fondi stanziati dal governo che "ha deciso di finanziare anche le indagini diagnostiche". Procede anche il piano di rimozione dell'amianto: "L'obiettivo dell'amministrazione è di eliminare l'amianto da tutte le scuole". Dopo il caso di viale Puglie, l'assessorato ha presentato un esposto contro l'Ati che ha in appalto i rilievi negli edifici comunali: "Con l'avvocatura abbiamo presentato un esposto alla procura e chiesto la rimozione del responsabile dell'Ati - ha spiegato Rozza - perché ci è stato detto che nella scuola di via Crespi non c'era amianto e invece lo abbiamo trovato".

ChiamaMilano, 1/12/2015
http://www.chiamamilano.it/notizie/rifare-la-scuola-dalla-periferia

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