Sono 2400 le scuole italiane con
amianto. Circa 350 mila tra studenti, insegnanti e personale
amministrativo esposti al rischio. Solo tra 30, 40 anni, potranno capire
se la contaminazione c’è stata. Ed è una strage silenziosa figlia della
burocrazia e della noncuranza.
Di tutto questo si parla del
documentario “AsbeSchool – stop amianto a scuola” realizzato, dopo due
anni di ricerche e di indagini, dalla giornalista Stefania Divertito e
con la regia di Luca Signorelli.
Finanziato dal crowdfunding, e in parte
autoprodotto, “AsbeSchool” sarà proiettato in anteprima nazionale il 27
marzo alle ore 10 alla Camera dei Deputati (Sala della Regina, Palazzo
Montecitorio) nell’ambito di un convegno sui 25 anni della legge
sull’amianto che vede tra i partecipanti: Ezio Bonanni, presidente
Osservatorio Nazionale Amianto, Salvatore Garau, Afeva, il magistrato
Bruno Giordano, consulente per la redazione del testo unico sull’amianto
del governo, Valerio Gennaro, epidemiologo, dirigenti del ministero
dell’Ambiente e della Salute.
Asbeschool è un reportage e un
documentario di inchiesta: gli autori hanno girato tra Bari, Firenze,
Casale Monferrato, Rosignano, Sardegna, Roma.
Le scuole spesso sono poco o per nulla
monitorate. Perché la mappatura è incompleta e accade – come a Roma, ad
esempio – che un semplice intervento di manutenzione faccia scoprire che
nelle mura e nei pavimenti c’è amianto.
E adesso iniziano ad ammalarsi anche i
professori. Secondo l’ultimo registro tumori sono 62 i docenti vittime
dell’amianto. «È incredibile che ancora oggi ci siano studenti esposti
all’amianto», denuncia il pm torinese Raffaele Guariniello, intervistato
in Asbeschool. «Il problema dell’amianto nelle scuole non può essere
affrontato caso per caso, per ogni singola scuola. Ma è un problema
nazionale e chi ci governa deve farsene carico».
Redazione, 17 marzo 2017
da nelpaese.it
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