Secondo
il primo rapporto internazionale sull'Efficienza della spesa per l'educazione, condotto da Peter Dolton, esperto mondiale di economia
dell'educazione della London School of Economics, insieme a Oscar
Marcenaro Gutiérrez dell'Università di Malaga e ad Adam Still di Gems
Education Solutions, tra i motivi della inefficienza della scuola
italiana, e del consueto fondo della graduatoria dell’Ue, ci sarebbe
anche l’elevato numero di alunni per classe.
Che
appare strano, perché ci hanno sempre detto e ripetuto il contrario e
cioè che in Italia ci sarebbero troppi docenti in rapporto agli alunni. E
invece improvvisamente si scopre che, con dati ufficiali e quindi
neutri, le denunce venute da tutta Italia contro le cosiddette classi
pollaio hanno una loro circostanziata verità. Cosicché tra i motivi
della inefficienza della scuola italiana, tastata dall’Ocse, che ci
sbatte "tra gli ultimi della classe", c’è l’eccessivo numero di
alunni per classe. Tanto che il rapporto suggerisce all’Italia, per
guadagnare qualche posto in classifica, di utilizzare due alternative: o
aumentare gli stipendi degli insegnanti o ridurre il rapporto
prof-studenti.
Ben
sapendo che entrambi i suggerimenti sono inattuabili, questo primo
rapporto, commissionato da Gems e presentato a Londra, e che analizza
"l'efficienza con cui vengono allocati i budget per l'istruzione in
ciascun paese, conferma che l'Italia potrebbe ottenere risultati Pisa
ai livelli della Finlandia, se riducesse il rapporto insegnante-allievo
da 10,8 a 8,2 alunni per ogni insegnante (-24,4%). O, in alternativa, se
aumentasse lo stipendio degli insegnanti dalla media attuale di 31.460
dollari a 34.760 dollari, cioè un aumento del 10,5%.”
“Stando
a questi calcoli l'Italia, per avere un migliore rapporto
qualità-prezzo, dovrebbe spendere di più e ridurre il numero di allievi
per insegnante o aumentarne lo stipendio".
Se
dunque si dovesse prendere questa analisi internazionale con le dovute
attenzioni, cercando gli opportuni ripari, si capisce bene che la scuola
italiana non ha alternative di miglioramento, sia perché hanno bloccato
i contratti e quindi anche gli aumenti salariali, e sia perché, oltre a
mancare ancora scuole e strutture, nelle nostre aule scolastiche si può
andare fino a un massimo di 29 alunni nella scuola dell’infanzia, 27
nella primaria, 30 nella secondaria di primo e di secondo grado. Ma
anche oltre i 30 alunni per evitare di comporre classi inferiori a 27
che è il minimo per le classi iniziali.
(Pasquale Almirante, 7.9.2014, tecnicadellascuola.it)
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